Sentiamo parlare spesso di “resilienza” nella vita di tutti i giorni, nel quotidiano di ciascuno di noi. Essere resilienti significa avere la capacità di non farsi travolgere dagli eventi, di non cambiare il proprio aspetto originale, dopo una burrasca, un evento traumatico.
Essere resilienti significa essere forti, ma flessibili, sapersi adattare agli eventi senza lasciarsi travolgere, non significa assumere atteggiamenti duri, al contrario, significa possedere le risorse che permettano di valutare una situazione e comprendere quale sia l’azione giusta da intraprendere.
Le aziende che hanno queste caratteristiche, che sono resilienti, sono quelle che hanno maggior possibilità di sopravvivere in qualsiasi ambiente, anche il più competitivo, anche in situazioni di forte criticità.
La resilienza organizzativa di un’azienda si basa soprattutto sulla consapevolezza di sé, dei propri punti di forza, dei propri valori guida, sulla capacità di avere una visione che vada oltre il beneficio immediato, guardi verso il futuro e sappia imparare dai propri errori.
Secondo alcuni recenti studi ogni azienda, per considerarsi resiliente, dovrebbe, rispettare questi 5 pilastri organizzativi:
- coordinamentotra le diverse parti dell’azienda, favorito da uno scambio fluido delle informazioni;
- cooperazionedata dalla condivisione di obiettivi primari più che per una spartizione di compiti e di istruzioni;
- condivisionedi una certa porzione di potere decisionale;
- sviluppo di skill trasversaliai diversi livelli organizzativi che promuovano lo scambio di idee e vedute;
- connessione con l’esterno, come i clienti, ma anche i collaboratori.
Concludiamo con le parole di Pietro Trabucchi, psicologo che si occupa da sempre di prestazioni sportive e di resistenza: «Il resiliente è un ottimista e tende a leggere gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di avere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza».
Buona resilienza a tutti!