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Cerco lavoro e non lo trovo “cosa c’è di sbagliato in me?”

da | Mag 27, 2024 | La Bussola

La strada della ricerca del proprio lavoro, sia per i giovani che per i profili senior, è un percorso sfidante e, talvolta, stressante. Richiede un mix di preziose abilità tenacia, flessibilità, capacità di osare e una sana dose di realismo. Momenti di entusiasmo e slancio possono alternarsi a fasi di sconforto, dove la bussola interiore rischia di vacillare. In questi casi, può capitare che una scomoda e strisciante domanda cominci a farsi breccia dentro e, se trova spazio, si accomoda al centro dei nostri pensieri condizionando il nostro sguardo e depotenziando le nostre azioni:

“Cosa c’è di sbagliato in me”

Quando le ricerche si protraggono nel tempo e non si intravede, neanche da lontano, il raggiungimento degli obiettivi sperati, generalmente, nel tentativo di trovare delle responsabilità “esterne” si passano in rassegna tutti gli elementi negativi che caratterizzano oggi il mondo del lavoro, nel nostro contesto geografico. Nella mente si alternano, come una danza, tutte le informazioni di cui siamo in possesso: crisi economica, lenta ripresa delle aziende nel periodo post pandemico, salari bloccati, fuga dei talenti all’estero, concorrenza spietata tra i candidati per via dei livelli sempre più alti di specializzazione e dell’alto tasso di disoccupazione. Poi arriva, strisciante un’ipotesi “e se il problema fossi io?”. Come tutti i pensieri nefasti e ossessivi di cui la nostra portentosa mente è capace, anche questo, nel tempo, cercherà ostentatamente conferma in tutto ciò che ci accade all’esterno, per poi poter affermare in maniera sempre più convinta che sì, il problema sono proprio io!!

Abbiamo deciso di parlarne con Cristiana Galli, che si definisce “professionista di buon senso” e fa parte del Team Madison Grace, brand QuoJobis che si occupa di Ricerca e Selezione Top and Middle Management.

Le chiediamo, quindi: “Cristiana, quanto credito e attendibilità è giusto attribuire alla domanda “Cosa c’è di sbagliato in me” che molti candidati si pongono?”

Se la domanda è posta con il fine di migliorarsi sempre, di smussare alcuni angoli oppure di apprendere nuove cose, attraverso la formazione che comporta nuova crescita, allora è una delle domande migliori che ci si possa porre. Però è una domanda mozza. O per dirla meglio, lascia ad intendere un giudizio negativo, per cui può diventare, se così posta, una domanda distruttiva e non costruttiva.

La verità è che, se tutti i candidati, tutte le persone, dentro e fuori il mondo dal lavoro, avessero quella giusta dose di umiltà per chiedersi: cosa posso fare per migliorare questo o quello, sono certa che le aziende sarebbero più efficienti, le persone più felici, la produttività professionale e personale (e i relativi rapporti umani che ne sono alla base), ne beneficerebbero.

Capiamo quindi che, anche se di primo acchito suona male, in realtà questa domanda ha un “potenziale buono”, tutto da scoprire.

Le chiediamo allora: “sulla base della tua esperienza, cosa pensi si possa fare per mantenere la rotta e non farsi bloccare dall’’atteggiamento disfattista che talvolta assale anche il più motivato dei candidati?”

Per mantenere la rotta giusta, è fondamentale coltivare un sano equilibrio tra diversi aspetti:

  1. Rimaniamo con i piedi per terra – Effettuare una valutazione oggettiva:
  • Eseguire un’analisi sincera delle proprie capacità e competenze è il primo passo per orientarsi nel mercato del lavoro. È importante riconoscere i propri punti di forza e di debolezza, per individuare le posizioni più adatte e i percorsi formativi necessari per accrescere le proprie competenze.
  • Valutare attentamente il proprio bagaglio di esperienze, sia lavorative che formative, per evidenziare i punti salienti e le competenze acquisite. Non sottovalutare esperienze diverse e apparentemente non in linea con il proprio obiettivo, potrebbero rivelarsi un valore aggiunto inaspettato.
  • Informarsi costantemente sul mercato del lavoro, sulle tendenze del settore desiderato e sulle figure professionali maggiormente richieste. Strumenti come portali web specializzati, fiere del lavoro e contatti con professionisti del settore possono fornire informazioni preziose.

2. Essere consapevoli della portata della sfida – Affinare le dosi di caparbietà e perseveranza:

  • La ricerca del lavoro richiede dedizione e impegno quotidiano. Inviare curriculum, prepararsi per i colloqui, ampliare la propria rete di contatti (utilizzando al meglio le potenzialità di LinkedIn), sono tutte azioni che, se svolte con costanza, aumentano le possibilità di successo.
  • Momenti di sconforto e rifiuti sono inevitabili. È importante saperli accettare come parte del processo e non lasciarsi demotivare. Ogni esperienza, anche negativa, può essere un’occasione per imparare e migliorare la propria strategia di ricerca. Al termine di un’esperienza che non si è conclusa come avremmo sperato può essere utile chiedersi: “cosa mi porto a casa, cosa ho imparato da questo evento?”
  • Trasmettere entusiasmo e motivazione durante i colloqui è fondamentale. Dimostrare di avere un interesse genuino per la posizione a cui ci stiamo candidando e l’azienda,  di essere disposti a impegnarsi e ad apprendere, aumenta le probabilità di essere considerati candidati validi. Ricercare internamente e manifestare un sincero sorriso vi aiuterà a sciogliere le tensioni interne e a predisporre positivamente l’interlocutore.

3. Mantenere alto il morale. Ricercare, anche nei momenti più bui, il proprio entusiasmo e la propria proattività:

  • Di grande ispirazione è la massima di una famosa coach che dice “la vita che vuoi è la sola che avrai”, visualizzare ciò che desideriamo, immaginarci all’interno di quel contesto, avere la “visione nitida“ di ciò che vorremmo accadesse . Questo ci aiuta a mantenere un atteggiamento positivo e proattivo per affrontare la ricerca del lavoro con la giusta energia. Visualizzare il raggiungimento del proprio obiettivo e concentrarsi sugli aspetti positivi aiuta a superare le difficoltà e a mantenere alta la motivazione. Approfondire quali sono le emozioni che ci ostacolano al raggiungimento del nostro obiettivo.
  • Eventi, panel, forum, sono tutte occasioni che ci consentono di “farci vedere” conoscere ed ampliare la propria rete di contatti. Partecipare a eventi di settore, entrare in contatto con professionisti online/offline, coltivare i rapporti con ex colleghi e conoscenti possono aprire nuove porte.
  • Non limitarsi a candidature passive ma essere proattivi e creativi nella ricerca di opportunità. Esplorare diverse opzioni, come la ricerca di stage o tirocini, la collaborazione freelance o la creazione di un proprio business, può ampliare le proprie possibilità.

4. Puntare lontano ma concentrarsi su azioni concrete e quotidiane. Realismo e adattabilità:

  • Definire obiettivi realistici e raggiungibili, basati sulle proprie competenze e sul contesto lavorativo attuale, mantenendo però lo sguardo puntato verso i propri grandi sogni. Nell’immediato può essere utile concentrarsi su opportunità concrete e compatibili con il proprio profilo.
  • Essere flessibili e disposti ad adattarsi alle diverse proposte lavorative che si presentano. Non precludersi a priori esperienze diverse o non perfettamente in linea con le proprie aspettative, che potrebbero rivelarsi occasioni di crescita e sviluppo professionale. Questo non significa abdicare da sé e dalle proprie ambizioni, aiuta invece a costruire competenze, sicurezze professionali ed economiche che sono la base per continuare a crescere.

Grazie Cristiana degli utili consigli, mi sembra ci sia un po’ di tutto: dalla voglia di continuare a sfidarsi e crescere alla capacità di rimanere con i piedi per terra per sostenere e costruire passo, passo la propria strada futura.

Ti chiediamo infine: “Per concludere, puoi aiutarci quindi a sintetizzare i passaggi chiave?”

Partiamo dall’essere onesti con noi stessi: il famoso bagno di umiltà serve per aver una visione chiara di chi siamo e del valore che ci attribuiamo. Ci aiuta anche a prendere coscienza dei limiti professionali e umani, sui quali poter lavorare con costanza e lungimiranza.

Prendere quindi coscienza di sé, per comprendere come possiamo fare, cosa sappiamo fare e cosa invece non ci viene proprio bene, perché non è nelle nostre corde.

Realizzare in maniera organizzate la stesura di settori/elenco di aziende e ricerca eventi/fiere di settore che ci consentano di entrare nel “mondo” che ci interessa.

Costanza e caparbietà: non è una sola giornata di mail inviate che ci aiuterà a trovare ciò che vogliamo, ci vogliono giorni /settimane di attività costanti nella ricerca di ciò che abbiamo visualizzato, consistency is the key .

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Teniamo a mente che, la ricerca del lavoro è un percorso che richiede impegno, perseveranza e una giusta dose di realismo. Mantenendo un sano equilibrio tra queste diverse componenti, potremo affrontare le sfide con fiducia e tenere alte le chances di successo.

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