Questo secondo lockdown, anche se più dolce del precedente, sembra colpire tutta la popolazione molto più duramente. Come stanno le persone in questo periodo? Lo abbiamo chiesto a Marinella Salerno, Operatrice e Insegnante Shiatsu FISIEO-NSE. Ma con lei abbiamo parlato anche della sua professione e di quali possibilità di lavoro possono avere i giovani che desiderano operare in questa particolare area della medicina.
Cosa ti ha spinto a fare la tua professione?
Sono passati ormai 23 anni da quando ho incontrato lo Shiatsu, una disciplina, terapia giapponese, molto diffusa ormai in tutti i Paesi del mondo. Allora ero ancora una danzatrice, molto provata dal lavoro fisico della danza, sono andata a fare una serie di trattamenti e ne sono rimasta molto impressionata. Dopo i trattamenti i dolori si erano come dissolti, l’energia tornava e mi sentivo veramente rinvigorita per non dire ringiovanita. L’effetto così benefico ma anche importante che questa disciplina mi ha portato, mi ha spinto a studiarla, conoscerla meglio ed è stato molto naturale passare dalla danza alla professione di operatrice Shiatsu. Professione per niente facile, perché è una disciplina che si rapporta alla persona, quindi le cose da sentire attraverso le nostre mani sono tante. Quello che con le pressioni (Shiatsu significa pressione con le dita) facciamo è lavorare sui vari strati della persona, da quello fisico – muscoli, sistemi e così via- fino alla dimensione spirituale
Tu hai anche una metodologia di ginnastica dolce molto particolare ci vuoi dire come nasce?
È una ginnastica fatta di stretching muscolare, articolare, simile allo yoga, ma la conoscenza dei meridiani energetici, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, mi consente di fare particolare attenzione ai vari meridiani che entrano in attività, a seconda della parte del corpo che faccio mettere in movimento. È un tipo di ginnastica integrata che funziona molto bene e le persone ne hanno molto bisogno soprattutto per il tipo di vita che stiamo vivendo in questo momento.
A proposito di questo momento, questo periodo di Covid e quindi di lockdown, di cambiamento e stravolgimento totale di vita, che cosa ha comportato nelle persone?
Quando è stata dichiarata la pandemia e il conseguente stato di allerta in Italia, il nostro codice è stato chiuso e quindi, come tutti, per tre mesi siamo stati a casa, fermi senza poter operare. Le persone mi chiamavano con diversi bisogni, da quelli più fisici (mi sento incriccato, perché sto al computer) a quelli più legati all’ansia, alla paura, la paura di quello che avverrà, se avverrà. È stato un contatto con la morte molto vicino, quello che abbiamo avuto. La narrazione delle persone è sicuramente legata all’ansia che è uno dei sentimenti che più aleggiano in questo momento: ansia per quello che sarà; la preoccupazione che il Covid ti possa colpire e possa colpire le persone intorno a te. Le persone dormono, male digeriscono male e se dormono hanno sonni inquieti perché c’è uno stato d’ansia molto diffuso. Alla fine, in questi mesi, tutti siamo entrati in contatto con qualcuno che ha avuto il Covid., quindi non è stata più soltanto una notizia dei mass media, ma un’esperienza diretta. Poi, certo, questo smart working, questo stare molte ore al computer non ha fatto bene, già prima vedevamo i danni nel cambiamento dell’assetto posturale delle persone. Gli adolescenti hanno, spesso, quasi un’altra fisionomia rispetto alla nostra generazione. Si chiamano sindromi da smart-woker che dipendono dallo stare tanto tempo al computer, dentro al computer, perché non puoi permetterti di guardare fuori e di distrarti, che comportano, indubbiamente, dolori articolari, muscoli tesi, contratture decisamente importanti.
Ci sono possibilità di lavoro? C’è richiesta?
Molti giovani si stanno approcciando allo shiatsu, sempre di più. Le nostre scuole di formazione professionale durano come minimo tre anni e hanno una durata di 800/850 ore, perché tutto è privato, purtroppo, sono una valida alternativa per chi non entra immediatamente all’università. Può essere molto utile per chi vuole prendersi un anno sabbatico per conoscersi meglio perché l’operatore fa un percorso di conoscenza di sé stesso. Quando vai a toccare l’altro devi avere anche una calma interiore e una conoscenza interiore di te stesso che ti porta ad essere più vicino all’altro, perché noi non applichiamo protocolli o attacchiamo le persone a delle macchine o facciamo fare dei movimenti ripetuti. Fra l’altro a settembre, durante la settimana dello Shiatsu indetta dalla Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori a livello nazionale, è venuto fuori quanto lo Shiatsu sia presente sempre più negli ospedali, ad esempio a Milano al Centro Tumori, a Bologna e in altre strutture pubbliche, dove già da diversi anni è inserito nei protocolli che seguono le persone con patologie molto importanti.
Che caratteristiche personali servono per essere un buon operatore shiatsu?
L’operatore shiatsu deve essere una persona che comprende sé stesso e l’altro, che ha desiderio di incontrarlo avvalendosi di tecniche molto precise molto forti, molto importanti e culturalmente sempre più riconosciute.